21.6.06

Un calcio al calcio

In questi giorni il calcio sta dominando la stampa: da una parte i campionati del mondo in Germania, dall'altra lo scandalo "Juventus" in Italia. Perciò mi pare giusto cominciare con un articolo pubblicato ormai un po' di anni fa sulla pagina web di un gruppo un po' particolare di tifosi del Genoa, i Druidi, e ripubblicato in versione bilingue (italiano e tedesco) nel 2005 sulla rivista Der tödliche Pass. Buona lettura, Mauro. --- Un calcio al calcio Quali sono le vere cause della crisi? Il calcio sta scoppiando. Così tutti ci dicono. Ma non diciamo cazzate! Parole, parole, parole. Semmai il calcio si purgherà e tornerà a essere quello che era e che dovrebbe essere, quello vero: un gioco, uno svago, uno sport. Quando il bubbone scoppierà, gli idoli torneranno a essere uomini, i risultati torneranno a essere sportivi, i telespettatori torneranno a essere spettatori. Ma per far sì che tutto ciò si realizzi dovranno accadere due cose: - il calcio deve smettere di essere finanziariamente e penalmente una zona franca; - i veri colpevoli della degenerazione (e vi sorprenderà scoprire chi sono) devono aprire gli occhi. Il primo punto però ha come imprescindibile condizione, per poter essere realizzato, l’avverarsi del secondo punto. Serve una totale, crudele e spietata presa di coscienza, da parte dei colpevoli, del vuoto e dell’inumanità in cui si sono calati. Cerchiamoli questi colpevoli, allora. Sono i calciatori? In effetti, hanno pretese assurde, vogliono guadagnare più di un industriale senza però correre i suoi rischi. Sono diventati viziati e prepotenti, si credono al disopra dei comuni mortali. Sono presidenti e dirigenti? In effetti, hanno lucrato sul calcio, hanno approfittato dello sport per lavare soldi, per farsi pubblicità, per instaurare contatti politici e per conquistare spazi che senza la scorciatoia calcio non avrebbero avuto. Sono i giornalisti? In effetti, con la loro caccia al lettore e all’audience non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Solleticano i bassi istinti del popolino, magari anche con l’obiettivo di ingraziarsi il potente calcio-politicante di turno. Sono i politici? In effetti, il calcio, lo sport più amato dagli italiani, è per loro un ottimo strumento per la conquista del consenso e per l’anestetizzazione dei cervelli. Il calcio oppio dei popoli, per parafrasare Marx. “Panem et circenses”, ma almeno ai romani si dava anche il panem… Voi chi scegliete come categoria colpevole? La prima? Ragazzetti in mutande che corrono dietro a una palla e poi si atteggiano a divi, possedendo la cultura di un’ameba? La seconda? Imprenditori “seri” che sembrano lobotomizzati quando si danno al calcio e buttano i soldi dalla finestra? La terza? Giornalisti impegnati a dimostrarci che i grandi problemi non sono fame e guerre, ma calcio e calci? La quarta? Politici che lottano contro la disoccupazione dei calciatori, tanto gli operai chi sono? Io vi porgo allora una quinta domanda: chi permette a quelle categorie di fare ciò che fanno, impunemente? Sì, giusto, vedo che avete capito: i tifosi. I primi colpevoli, anche se (forse) inconsapevoli sono loro. Mettano la testa a posto (e non mi riferisco alla violenza negli stadi, quella c’è anche fuori, solo che fuori non ci sono le telecamere), si facciano in blocco un serio e completo esame di coscienza e vedrete che le altre categorie saranno volenti o nolenti costrette a seguire. Chi è che da modo al calciatore di credersi divino urlandogli “Sei un dio!”? Chi è che permette al presidente buttare soldi che servirebbero ad aziende vere sostenendo che è il tifoso il vero padrone? Chi è che “paga” lo stipendio al giornalista comprando i quotidiani sportivi e guardando trasmissioni imbecilli? Chi è che vota il politico che si impegna per lo “sport”, cioè per l’assurdo baraccone oppiaceo del calcio? Sempre lo stesso imbecille: il tifoso! Piantiamola una buona volta! Rimettiamo la testa a posto e ragioniamo! Il calciatore non è un dio, è un uomo che fa un lavoro come un altro. Anzi molto meno pericoloso e produttivo di un altro. Se Totti è un dio, allora Umberto Veronesi chi è? Se Del Piero è celestiale, allora Francesco Saverio Borrelli cosa è? Certo, un Silvio Garattini si limita a salvare una vita per volta, Baggio delizia quarantamila cretini a botta… una differenza non da poco, vero? Svegliatevi, fate gli striscioni per chi fa qualcosa di serio e non per chi gioca invece che lavorare! A chi appartiene la squadra? Ai tifosi, dato che sono loro a pagare il biglietto allo stadio? Cosa, come, ho sentito bene? Allora, dato che io ho comprato una cucina a gas Siemens, sono diventato padrone dell’azienda Siemens, giusto? Ma andate a… La squadra appartiene a chi ha comprato le azioni e il giorno che il tifoso riconoscerà questa semplice verità, allora il padrone sarà costretto a comportarsi con la gestione come si comporta con la gestione di qualsiasi altro tipo di azienda. La moviola è importante, vero? Le dotte dissertazioni di scribacchini e biscardosauri decidono giustamente delle sorti della politica interna ed estera. Vuoi mettere l’importanza del capire se il fallo era dentro o fuori del cerchio di centrocampo? E di quello che c’è dentro il cerchio della scatola cranica ce ne siamo dimenticati? Al telegiornale mezz’ora per il tuffo in area di Pippo la pippa e tre minuti per lo sciopero di mille operai che rischiano di finire in mezzo alla strada con tutte le loro famiglie? E allora cambiate telegiornale, guardatene uno più serio, deficienti! Il politico fa le leggi a favore del calcio, giusto, sacrosanto, bisogna salvare ciò che al popolo piace… cosa piace al popolo? Il calcio? E allora che c’entrano questa serie A e questa serie B? Dov’è il calcio? Comunque è giusto, Galliani e Sensi devono poter rimanere in sella, vorreste mica vedere personcine così per bene disoccupate? Cari tifosi della Fiorentina o della Florentia Viola… per Rui Costa e Di Livio siete scesi in piazza, ma dove eravate quando hanno rischiato di chiudere la Nuovo Pignone e le Officine Galileo? Perché non avete inneggiato a Giuseppe Montale, operaio, 45 anni, 1200 euro al mese, 2 figli e nessun futuro lavorativo perché troppo vecchio? Cari tifosi, fate schifo.

20.6.06

E siccome un blog non mi bastava...

...ne ho pensato un altro, nel quale pian piano vi propinerò tutti gli articoli di stampo giornalistico, anche quelli per un motivo o per l'altro non pubblicati, della mia ormai lunga carriera di giornalista amatoriale ;-)

In alcuni articoli dovrò aggiungere delle appendici che spieghino eventualmente i fatti relativi al tema dell'articolo, ma avvenuti dopo la stesura dell'articolo stesso.

In effetti, a pensarci bene, questo più che un blog, potrebbe benissimo essere considerato una raccolta, una specie di libro in rete...

E magari i vostri (graditi e attesi, sia negativi che positivi) commenti forniranno materiali per altri nuovi articoli. Perché no? :-)

State pronti a leggere di tutto.

Saluti,

Mauro.